GLI AUGURI NATALIZI DEL VESCOVO ADRIANO

Celebrare il Natale di Gesù, Figlio di Dio, è fare memoria che noi uomini siamo ‘amati da Dio’. La nostra condizione umana, con tutte le sue risorse e tutti i suoi limiti, scelta dal Figlio stesso di Dio, ci rassicura che noi uomini non stiamo sotto il segno della maledizione ma della benevolenza di Dio. Sulla terra non siamo ‘raminghi’ e nella condizione umana non siamo ‘castigati’ ma ‘ospiti e pellegrini’ verso la meta futura e definitiva. Guardando il Figlio di Dio ‘avvolto in fasce in una mangiatoia’ non dobbiamo trovare ‘motivo di scandalo’, cioè trovare un ostacolo alla fede in Lui. Scopriamo che la sua divinità si manifesta nella nostra umanità. Papa Francesco scrive che il presepio “manifesta la tenerezza di Dio. Lui, il Creatore dell’universo, si abbassa alla nostra piccolezza. Il dono della vita, già misterioso ogni volta per noi, ci affascina ancora di più vedendo che Colui che è nato da Maria è la fonte e il sostegno di ogni vita. In Gesù, il Padre ci ha dato un fratello che viene a cercarci quando siamo disorientati; un amico fedele che ci sta sempre vicino; ci ha dato il suo Figlio che ci perdona e ci risolleva dal peccato”.
Rivolgo allora a tutti l’augurio che la liturgia del Natale e i segni che ne manifestano il significato, come il presepe, ispirino nei nostri cuori sentimenti di fede, fiducia e gioia nel Signore e suggeriscano pure pensieri di pace e di amore nei confronti di ogni uomo, vicino e lontano, specie nei confronti di chi vive o ci passa accanto e sta sperimentando in sé stesso la fragilità, la solitudine, la sofferenza o anche la disperazione. Celebrare il mistero del Natale significa pure riconoscere e confessare che Egli è venuto una volta ‘per sempre’ per essere l’Emmanuele, il Dio con noi, invitandoci a diventare suoi discepoli e portatori del Messaggio della sua presenza a quanti incontriamo e “testimoniando la gioia di avere incontrato Gesù il suo amore con concrete azioni di misericordia”, come ancora ci ricorda Papa Francesco. Quindi aggiungo l’augurio che il nostro Natale diventi anche Natale di solidarietà e vicinanza con quanti tra i nostri fratelli lontani e ‘della porta accanto’ hanno sofferto o stanno soffrendo i disagi della povertà, della malattia, dell’indigenza, dell’incuria umana e delle calamità che hanno toccato anche il nostro territorio. Mentre assicuro a tutti il ricordo nella preghiera, auguro buon Natale e che i giorni che ci stanno davanti siano, per la protezione del Signore, giorni di serenità e pace.