Simeone accolse tra le braccia il bambino Gesù e benedisse Dio” (Luca 2,28)
Maria e Giuseppe portano il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore.
Una giovanissima coppia di sposi col suo primo bambino arriva al Tempio portando la piccola offerta dei poveri, due tortore, e la più preziosa offerta del mondo: il Bambino Gesù.
Subito le braccia di Simeone e di Anna, avanti negli anni, si protendono verso di Lui.
Riempito di carezze e di sorrisi, passa dall’uno all’altro il futuro del mondo: la vecchiaia del mondo che accoglie fra le sue braccia l’eterna giovinezza di Dio.
Il piccolo bambino non è accolto dalle istituzioni, ma da due anziani senza ruolo ufficiale, però due innamorati di Dio che hanno occhi velati dalla vecchiaia, ma ancora accesi dal desiderio. Perché Gesù non appartiene all’istituzione ma all’umanità.
Il Figlio di Dio appartiene a tutti. A quelli che non smettono di cercare e sognare come Simeone. A quelli che sanno vedere oltre come la profetessa Anna. A quelli capaci di incantarsi davanti a un neonato, perché sentono Dio come futuro. A quelli che sanno attendere anche per tutta la vita il compiersi delle sue promesse.