
QUALSIASI COSA VI DICA, FATELA
Giovanni racconta il primo miracolo compiuto da Gesù a Cana di Galilea, in occasione di un matrimonio, a cui era presente sua madre.
In una festa così gioiosa accade qualcosa di strano. Viene a mancare il vino, elemento essenziale nel contesto di una festa connotata dalla gioia di un amore condiviso e celebrato.
Chi se ne accorge prima di tutti è la madre di Gesù, che rivolgendosi a lui segnala l’inconveniente e, rivolgendosi ai servi, dice: «Qualsiasi cosa vi dice, fatela».
I servi ascoltano l’invito di Gesù e riempiono le anfore fino all’orlo. Gesù interviene e trasforma l’acqua in un vino che è migliore di quello servito in precedenza.
Dio è sempre pronto a trasformare la nostra acqua in vino, ma occorre riempire le anfore. Occorre portare a Dio le nostre sconfitte, le nostre ferite. Occorre riconoscere che senza di Lui non c’è gioia. Quante volte nella nostra vita viene a mancare il vino, che, nel linguaggio biblico, è simbolo di gioia, di amore, di pace, di serenità. Per fortuna c’è sempre la madre di Gesù che ci indica da chi dobbiamo andare. Lei ci porta a Gesù suo figlio e ci insegna ad abbandonarci alla sua parola. È Lui che ha il potere di trasformare la nostra vita. Se le anfore sono vuote, se sono riempite poi fino all’orlo dalle lacrime della sofferenza, chi ha il potere di trasformare il tutto in novità di vita se non il Signore Gesù? Ecco perché la madre di Gesù e madre nostra ci invita ad andare da lui, per riascoltare il suo Vangelo, parola che salva, ci esorta ad accostarci ai sacramenti, soprattutto quello della confessione e dell’eucaristia per lasciarci invadere dalla sua grazia, perché non venga mai meno la festa nella nostra vita.
Insegnamento catechistico
È il primo segno che Gesù offre ai suoi perché credano in lui.
Il segno, posto nel contesto delle nozze, richiama l’alleanza tra Dio e l’umanità;
è un’alleanza sponsale nella quale siamo inseriti anche noi.
Maria è presente e fa da mediatrice invitandoci a fidarci di Gesù.