
«Può forse un cieco guidare un altro cieco?». L’unico modo per evitare di comportarsi da guide cieche consiste nel riconoscersi discepoli e non maestri.
«Perché guardi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello e non t’accorgi della trave che è nel tuo?», continua a dire Gesù. Il fatto è che noi impieghiamo molto tempo a trovare i difetti negli altri, ci ergiamo a giudici delle loro mancanze e non riconosciamo le nostre. Contro questa falsità Gesù ammonisce: «Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio».
Diceva Cicerone. «È da stolti vedere i vizi degli altri e dimenticarsi dei propri». Per chi vuole seguire Gesù è necessario guardarsi dall’ipocrisia, dal voler sembrare quello che non si è, altrimenti si rischia di diventare sepolcri imbiancati.
La correzione fraterna è un dovere di ogni cristiano, ma esige che prima ciascuno sappia fare autocritica, perché solo chi si riconosce peccatore può aiutare senza giudicare.
Non bastano le parole, occorrono i fatti, per questo Gesù aggiunge: «Un albero si riconosce dai frutti». L’uomo buono trae fuori il bene dal cuore. È dal cuore che nascono i sentimenti più belli ma anche i desideri più brutti. Davvero il Signore ci conceda la sapienza del cuore. Perché è nel nostro cuore che Dio ha scritto la sua legge. Se il nostro cuore sarà puro, anche il nostro occhio, anche la nostra lingua saranno puri.
Insegnamento catechistico
Chi segue Gesù ha un cuore buono, semplice, mite, generoso, puro,
capace di suggerire le parole, i sentimenti, le energie più belle;
la sua vita sarà autentica e aiuterà gli altri ad essere migliori.
Segue Gesù chi ascolta i suoi insegnamenti
e ogni giorno parla con Lui nella preghiera