
La divisione tra i cristiani è uno dei grandi scandali che allontana dalla fede. Il diavolo divide, mentre “lo Spirito fa dei discepoli un popolo nuovo”, perché “crea un cuore nuovo”. “A ognuno dà un dono e tutti raduna in unità. In altre parole, il medesimo Spirito crea la diversità e l’unità”, “l’unità vera, quella secondo Dio, che non è uniformità, ma unità nella differenza”.
Occorre resistere “a due tentazioni ricorrenti. La prima è quella di cercare la diversità senza l’unità. Succede quando si formano schieramenti e partiti, quando ci si irrigidisce su posizioni escludenti … magari ritenendosi i migliori … si diventa tifosi di parte anziché fratelli … Cristiani di destra o di sinistra prima che di Gesù; custodi inflessibili del passato o avanguardisti del futuro prima che figli umili e grati della Chiesa. Così c’è la diversità senza l’unità. La tentazione opposta è invece quella di cercare l’unità senza la diversità” e tutto diventa “uniformità, obbligo di fare tutto insieme e tutto uguale, di pensare tutti allo stesso modo”. Invece, lo Spirito “crea la diversità” e poi “realizza l’unità: collega, raduna, ricompone l’armonia” (Omelia di Pentecoste, 4 giugno 2017).
L’unità è possibile nel perdono. “Gesù non condanna i suoi, che lo avevano abbandonato e rinnegato durante la Passione, ma dona loro lo Spirito del perdono. Lo Spirito è il primo dono del Risorto e viene dato anzitutto per perdonare i peccati.
Ecco l’inizio della Chiesa, ecco il collante che ci tiene insieme, il cemento che unisce i mattoni della casa: il perdono. Perché il perdono è il dono all’ennesima potenza, è l’amore più grande, quello che tiene uniti nonostante tutto, che impedisce di crollare, che rinforza e rinsalda. Il perdono libera il cuore e permette di ricominciare: il perdono dà speranza, senza perdono non si edifica la Chiesa. Lo Spirito del perdono, che tutto risolve nella concordia, ci spinge a rifiutare altre vie: quelle sbrigative di chi giudica, quelle senza uscita di chi chiude ogni porta, quelle a senso unico di chi critica gli altri. Lo Spirito ci esorta invece a percorrere la via a doppio senso del perdono ricevuto e del perdono donato” (Omelia di Pentecoste, 4 giugno 2017).