
GESU’ SEGNO DI CONTRADDIZIONE
La liturgia della IV domenica del tempo ordinario viene sostituita da quella della festa della Presentazione del Signore. Il brano del vangelo ci presenta le figure di Simeone e Anna, che riconoscono profeticamente nel bambino presentato da Giuseppe e Maria, il Messia atteso.
Lo riconoscono perché i loro occhi sono puri, la loro fede è semplice e perché, vivendo nella preghiera e nell’adesione alla volontà del Padre, hanno conquistato la capacità di riconoscere la ricchezza dei tempi nuovi. Saranno tempi di grazia per il popolo di Israele e di luce per tutte le genti, tempi di salvezza per chi lo riconoscerà, ma anche di verità per molti cuori induriti.
Egli sarà “segno di contraddizione”. Non si potrà più avanzare scuse, sarà necessario decidersi con chi stare. Chi sceglie di rimanere legato al passato ostacolerà l’azione della grazia, chi accoglie i tempi nuovi è chiamato a testimoniarne i frutti.
S. Giovanni Paolo II scriveva che “quello di Simeone appare come un secondo annuncio a Maria, poiché le indica la concreta dimensione storica nella quale il Figlio compirà la sua missione, cioè nell’incomprensione e nel dolore”.
Terminato il tempo natalizio si apre anche per noi un percorso di sequela di quel bambino che per portare a compimento la missione ricevuta dal Padre deve prepararsi ad affrontare le incognite della storia, il rifiuto e il plauso, l’”osanna” e la passione, la morte e la risurrezione.
Insegnamento catechistico
Dicendo che Gesù è “segno di contraddizione”,
il profeta Simeone preannuncia che bisogna decidersi
se stare con Lui o schierarsi contro di Lui o rimanere nell’indifferenza.
Io sto con Gesù se ascolto la sua Parola e la metto in pratica.