
Gesù, dopo aver terminato di predicare si rivolge a Simone dicendo: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». È una richiesta strana perché Simone e i suoi compagni hanno faticato tutta la notte senza pescare nulla e per di più sanno bene che in pieno giorno non si pesca.
Eppure Simone mette da parte le sue certezze e risponde senza indugio: «Sulla tua parola getterò le reti». È un’affermazione straordinaria che esprime l’essenziale della fede cristiana: un’adesione fiduciosa e profonda a Gesù, un’obbedienza totale alla sua parola.
Avendo fatto questo, prendono una grande quantità di pesci «tanto che le loro reti si rompevano». Al vedere ciò Simon Pietro si getta alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore». Simon Pietro avverte la distanza che c’è tra lui e Gesù.
La reazione di Gesù è bellissima. Non dice che non è vero, non lo umilia, pronuncia una sola parola: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». Gesù rialza, dà fiducia, conforta la vita. “D’ora in avanti, anche restando peccatore, non temere, cercherai uomini, li raccoglierai, per la vita”. Il miracolo non sono le barche riempite di pesci; il miracolo non sono neppure le barche abbandonate alla parola del maestro. Il miracolo grande è che Gesù, nonostante Simon Pietro sia peccatore gli affida il Vangelo. Il Vangelo ascoltato termina con queste parole: «Lasciarono tutto e lo seguirono». Restano sulla riva le due reti, le due barche vuote, una vita. Seguono Gesù. Peccatori, ma in cammino, chiamati ad essere pescatori di uomini, a seguire colui che dona vita.
Insegnamento catechistico
Chi obbedisce alla Parola di Gesù ottiene buoni risultati per la vita.
Il suo cuore è disponibile a seguirLo anche con radicalità.
Non dobbiamo aver paura se non siamo perfetti, basta riconoscerlo
e affidarci a Gesù, che può costruire con noi il suo Regno.
Nulla di tutto ciò che facciamo è più importante di Gesù e della sua Parola.