Inno del Giubileo

Testo di Pierangelo Sequeri – Musica di Francesco Meneghello

Pellegrini di speranza

da un’intervista all’autore dell’inno

Questo motto suggerisce il concetto stesso del cammino, e la parola “speranza” sottolinea un percorso che è accompagnato da molti segni, ma che ancora non ha raggiunto la sua meta. Le due immagini andavano bilanciate insieme e nel testo ho cercato di rendere questa doppia idea: il pellegrinaggio della vita e il Corpo risorto del Signore che arriva a consolare i suoi discepoli, a sostenerli anche al di là degli ostacoli che si frappongono. Ogni malinconia, ogni tristezza, che può rendere più greve il percorso, qui viene alleggerita dal vento dello Spirito, perché Dio è meta e sostegno nel cammino. La  nostra testimonianza è la letizia. La letizia del cammino fa percepire a tutti cosa significa “dare ragione della nostra speranza”, come dice la Lettera di Pietro».

Per la mia scrittura, l’immagine di partenza è stata quella meravigliosa scena del libro del profeta Isaia, con la processione dei liberati che vanno incontro a Dio, perché hanno ritrovato la strada di casa. C’è questa immagine tenerissima dei padri che tengono in braccio le loro figlie, che mi ha ispirato molto. Gli uomini sono “pellegrini di Speranza” con questa certezza luminosa di trovare la via guidati dallo Spirito e dallo sguardo intenerito di Dio, lo stesso con cui Egli guarda i padri portare i loro figli in braccio. Poi ho voluto introdurre qualche elemento della professione di fede, perché il Giubileo è una professione della fede. Le strofe, infatti, sono profondamente trinitarie, piene di metafore dalla Bibbia. Quando si legge “Fiamma viva della speranza”, tutti sanno che la “fiamma” è lo Spirito, tutti si ricordano la Pentecoste e il Giubileo richiama proprio questa idea. L’idea di una Chiesa che si rimette in cammino, che esce da tutte le prigionie nelle quali si è infilata per aprirsi all’umanità. Poi ancora c’è l’espressione “Grembo eterno d’infinita vita”, che è un modo rigoroso per nominare il Padre e il Figlio insieme. Insomma, mi è sembrato che le metafore che vengono dalla Bibbia fossero davvero capaci di raggiungere una platea vasta che si sente incoraggiata dal tema della Trinità.